Agliate, oggi tranquilla frazione del comune di Carate Brianza, deve la sua fama alla presenza di due interessanti monumenti, la basilica dei Santi Pietro e Paolo e l’annesso battistero che, realizzati poco dopo l’anno Mille, sono da considerarsi precocissime testimonianze del nascente stile architettonico romanico che, di lì a qualche decennio, avrebbe conquistato l’Europa intera.
Il borgo, immerso nel verde, non svela immediatamente l’importante ruolo civile e religioso che aveva in epoche passate, poiché tutte le tracce rimaste dell’antico prendono forma nella Basilica e nel Battistero, uniche testimonianze risalenti alle prime comunità cristiane organizzate.
L’importanza del sito, probabilmente già sede di un distretto rurale romano (Pagi), si doveva soprattutto alla sua collocazione presso il guado (l’odierno ponte esiste sicuramente dal Medioevo) sul fiume Lambro, laddove confluiva un sistema di vie che metteva in comunicazione la Brianza centrale con Monza e Milano da una parte, e il Comasco dall’altra. Agliate manterrà la sua funzione di capopieve fino al 1838, anche se l’istituzione delle parrocchie e il mutare degli equilibri politici, economici e demografici aveva già da tempo privato il paese di un autentico ruolo amministrativo e religioso. Tutto ciò avvenne non senza ripercussioni sui suoi celebri monumenti che, sottoposti a secoli di incurie, tornarono a “splendere” soprattutto dopo i restauri degli anni 1892-1895, che assunsero in più punti la connotazione di veri e propri rifacimenti.
La nascita della comunità cristiana in Agliate coincide con la nascita della pieve, chiamata anche pieve di San Pietro. Essa nacque per accettazione da parte della Chiesa delle organizzazioni giurisdizionali romane; perciò la scelta cadde su quei Pagi – ossia quelle circoscrizioni territoriali rurali (al di fuori dei confini della città), di origine preromana e poi romana – accentrati su luoghi di culto locale pagano prima e cristiano poi.
Con il 313 d.C., data in cui l’era delle persecuzioni cessò, la diffusione del cristianesimo fu meno difficoltosa. Tuttavia fu tardiva la diffusione del culto nei pagi e nelle campagne, senza contare la parentesi di Giuliano l’Apostata, che cercò di restaurare il culto pagano romano.
Nelle campagne il cristianesimo si diffuse con difficoltà, poiché gli abitanti si dimostravano per lo più restii al nuovo culto e tenaci dello loro tradizioni religiose, familiari e sociali; proprio per questo la pieve nacque come centro di evangelizzazione dei popoli nelle campagne.
Solamente con l’ azione di S.Ambrogio il cristianesimo riuscì a trovare terreno fertile nelle campagne ,dove iniziò ad insediarsi a partire dal V secolo.
Successivamente, con la caduta dell’Impero Romano e l’arrivo delle popolazioni barbare, Goti e Longobardi, l’ordinamento dei pagi andò rapidamente a svanire facendo aumentare l’importanza della pieve cristiana.
Gli studiosi sono concordi nell’affermare che l’istituzione della pieve di Agliate e la fondazione della prima chiesa battesimale risalgano già al VI secolo.
Ad Agliate sorgevano dunque la chiesa e il Battistero che, secondo le rigide regole dei dettami ambrosiani, dovevano essere edifici separati. Ed è proprio qui che, con l’insediamento dei primi sacerdoti, veniva amministrato il sacramento del Batte- simo, che segnava la conclusione della conversione dei pagani e la loro introduzione nella neonata comunità cristiana. Specialmente là dove il capoluogo della pieve aveva un edificio particolare e monumentale, come il Battistero, si continuò anche dopo il XIII sec. ad amministrare il Battesimo nel capoluogo e non nelle singole parrocchie.
Questa straordinaria importanza dei battisteri plebani, unici per ogni pieve , spiega il loro grande valore storico all’interno di un determinato distretto plebano.
Ermanno A. Arslan riferendosi ad Agliate scriveva: “La chiesa di san Pietro ci presenta una tale abbondanza di materiali romani reimpiegati da farci pensare alla presenza di un centro culturale”. Molti di questi materiali infatti furono riutilizzati come elementi costruttivi non solo dell’attuale basilica ma anche per la chiesa precedente l’attuale i cui resti sono visibili attraverso i cristalli nella pavimentazione della navata centrale, ricavati durante una campagna di scavo archeologico nel 1990.
Un’epigrafe funeraria datata, dallo studioso Allegranza, probabilmente al 540 d.C., ma di cui non si ha più alcuna traccia, presuppone l’esistenza di un presbitero ad Agliate. La lapide infatti riporta la dedica alla madre Amiza da parte del presbiter Garibano o Garibalo di Agliate.
Un’altra lapide funeraria di età paleocristiana, esposta in Basilica fissata alla parete meridionale, è quella del lector Albino, figura che faceva parte della antica gerarchia ecclesiastica con il compito di leggere le Sacre Scritture.
Al 1064 risale la prima traccia documentaria di Agliate: si tratta di un documento in cui è elencato un possedimento della chiesa “sancti Petri de Aliate” tra le coerenze di un campo giacente in Castenadelio in Oreno (presso l’attuale Vimercate).
Più interessante invece è un documento dell’aprile del 1065 in cui si legge che “Iohannes presbiter de hordine eclesie sancti Petri sita Aliate” dona alcuni beni alla chiesa di san Giovanni in Monza. Il Giulini ipotizzò invece la fondazione da parte di Ansperto da Biassono, arcivescovo di Milano dal 869 all’881 della Canonica in S.Pietro in Agliate, notizia plausibile ma che deve ancora essere confermata da recenti studi.
Alla fine del XIII secolo nel “Liber notitiae sanctorum Mediolani”, manoscritto redatto da Goffredo da Bussero, si attribuivano al territorio della pieve di Agliate ventitré chiese.
Negli atti delle visite pastorali compiute tra XVI e XVIII secolo dagli arcivescovi di Milano e dai delegati arcivescovili si trovano ancora notizie della pieve di Agliate e della sua organizzazione, nonché una descrizione precisa dei problemi della conservazione e degli interventi edilizi necessari. Dal punto di vista civile, la pieve amministrativa fu soppressa proprio nel 1797, in seguito all’invasione di Napoleone, all’erezione a vicariato in luogo di Carate e alla conseguente introduzione dei nuovi e più moderni distretti. La pieve di Agliate continuò ad ogni modo a persistere sino al 25 aprile 1838 quando il cardinale Karl Kajetan von Gaisruck decise di sopprimerla come entità territoriale, suddividendola in tre vicariati con sede rispettivamente ad Agliate, Carate Brianza e Besana Brianza. Fu questo un raro caso in cui una pieve milanese venne soppressa prima del decreto del cardinale Colombo del 1972.